Storia e geografia

L’ambito di riferimento del Contratto di Fiume Natisone è l’intero bacino idrografico del fiume.  

Il territorio pullula di bellezze ambientali e paesaggistiche che si snodano, in tutta la loro bellezza, tra l’Italia e la Slovenia. 

La ricchezza naturalistica si manifesta nella complessa articolazione delle comunità faunistiche e vegetali grazie anche alle 5 Aree protette della Rete Natura 2000, tre nelle aree montane e due nelle aree planiziali.

Geografia del Fiume Natisone

Il Natisone nasce al confine nelle vicinanze di Prosenicco (frazione di Taipana), tra il Friuli-Venezia Giulia e la Slovenia, a 415 metri di quota. 

Le sue acque derivano dalla confluenza del Rio Bianco e del Rio Nero che scendono dalle falde del Monte Maggiore e dal Gabrovig. 

Il Fiume Natisone si sviluppa poi per una lunghezza totale di 55 km, dando origine a un bacino di 327 kmq colmo di ricchezze naturalistiche e ambientali e biodiversità.

Nella prima parte del suo corso il fiume è caratterizzato da un regime per lo più torrentizio, dirigendosi verso sud-est in direzione di valli caratterizzate da rocce calcaree e marnose, costeggiando il confine tra Italia e Slovenia. 

Dopo aver aggirato il paese di Longo e aver raggiunto il Monte Mia e il Monte Matajur, il Natisone riceve le acque dei torrenti Namlen e Jamnik, raggiungendo in maniera tortuosa Sella di Caporetto.

Dirigendosi ancora a sud, rientra nuovamente in Italia al valico di Stupizza, nel comune di San Pietro al Natisone, da cui la valle prende il suo nome, per poi scendere fino a 190 metri di quota. 

La portata resta modesta ma il suo letto si allarga nei pressi di Pulfero: in questo tratto accoglie le acque delle sorgenti Poiana, Arpit e Naklanz, di alcuni torrentelli come il Jauarščak, il Tarčešnjak, e lo Zejac. 

Inoltre, all’altezza di Ponte San Quirino, riceve da sinistra le acque dell’Alberone, Erbezzo e Cosizza, provenienti dalle omonime valli, riunite nel torrente Azzida.

Ed è proprio in questa zona che il Natisone ha scavato alcune notevoli forre, specie in prossimità di Vernasso. 

Ma è dopo Cividale che il fiume Natisone entra nel suo tratto infossato, scorrendo in profonde forre calcaree e continuando così, in maniera selvaggia, fino a Manzano e a San Giovanni al Natisone, mentre le rive si abbassano gradatamente.

Dopo Manzano, all’altezza di Trivignano Udinese, il fiume scompare nella falda, congiungendosi con il torrente Torre.

La storia del Natisone

Il nome Natisone deriva dal latino “natare” (nuotare) e compare già nei testi di geografia antica di Plinio come un fiume che con il Torre, bagnava la città di Aquileia. 

Dagli scritti del geografo Strabone si legge come il fiume Natisone fosse navigabile da navi da carico dal mare alla città, con un percorso di 60 stadi (10.656 km). 

Erodiano, descrivendo l’assedio del 238 dopo Cristo parla di un fluvium praeter fluere Aquilejam che offriva difesa di fossa e sussidio d’acqua. 

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